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FILIPPO BESSONE

Padre Filip

DUE DELFINI BIANCHI era il titolo della canzone che cantai al Grappolino d’oro nel lontano 1972 e forse quello fu l’inizio di questa modesta carriera di cantante e compositore.

Non voglio farvi un pippone su tutte le volte che ho cantato nella mia vita , ma alcune hanno segnato un momento importante e di quelle vi voglio parlare.

Il primo gruppo nasce nel 1975-76 e non ricordo neanche come avessimo deciso di chiamarci, ma ricordo che il nostro cavallo di battaglia fu IMPRESSIONI DI SETTEMBRE DELLA P.F.M.. La vita mi ha fatto un regalo proprio quest’anno, perché mi è capitato di cantarla accompagnato da Mauro Pagani (piscetta ed emozione) in una scenografia meravigliosa: gli uliveti di Roi a Badalucco.

Nel 1986 circa cantavo e scrivevo i testi per un gruppo che mi ha dato le prime vere emozioni, i CELOFUNK Funki come genere, anche se poi si spaziava in qualunque genere riuscissimo a cavalcare. Vi è una traccia video dove mi atteggiavo scimiottando i Big di quell’epoca e questo capitava al Silver bar di Caraglio e li, in quello stesso posto, debuttarono i Trelilu.

Fondai il gruppo dei Trelilu nel 1991 e dal quel momento ho scritto tutti i brani (a parte “Pian delle Gorre” e “Ho imprenduto la più”), che ho cantato e raccontato fino al 2012, anno della mia dipartita. Questa e stata una storia importante che mi ha segnato e ha segnato un epoca.

Era davvero contro corrente vestirci in quel modo e cantare storie in dialetto, ma il tempo ci ha dato ragione. Successivamente il TRIO PARA-GUAI, musica italiana con LEO MARTINA pianista e CLAUDIO DADONE chitarrista: vincitori del premio Gaber nel 2005 e un CD che raccoglie parte dei nostri brani, con loro ho fatto un mini tour in Italia con passaggi in RAI.

Oggi una altra storia, un altra scommessa: “L’ORA CANONICA – PADRE FILIP E L’ORCHESTRA BLUETTE”: un prete laico di un ordine che non esiste , parabole che non sono parabole, ma parabole ironico comiche; un orchestra che accompagna storie e canzoni e un chierichetto (Luca Occelli) che mi serve e mi accompagna. Un altro padre “PADRE IORK” (Azio Citi) che duetterà con me in una sorta di improvvisazione studiata. Questo progetto vede come collaboratore indispensabile e insostituibile, anche come amico, CLAUDIO DADONE che cura gli arrangiamenti e la parte musicale del progetto.

Che aggiungere? Niente! Buona fortuna!

Grazie!

AZIO CITI

Padre Iork

Azio Citi n. 21/03/1949, il primo giorno di primavera. Un bello scherzo, l’altezza: un metro e cinquanta scarsi. Innamoratosi a prima vista di padre Filip, lo rincorre, lo segue nelle sue meditazioni, sempre affascinato dal suo eloquio spumeggiante, irridente, nonché arcano, ma giammai triviale e insolente.

Padre Filip lo nota e lo invita al suo Seminario; Azio accetta diventa padre York , portando con sé i “bagagli” della proprie conoscenze.

  • Partecipazione al Festival Tenco anni 1990 – 1991 con i Madrigalisti d’oltre Tanaro. 
  • Partecipazione alle kermesse di tantissimi dopo-Tenco
  • Attore nei lungometraggi: “Un paradiso senza biliardo” anno 1990; attore nel film: “Non ho sonno” di Dario Argento anno 2001 e voce protagonista nel film documentario di Stefano Sardo “Slow Food Story” anno 2013.

La domanda è? Padre Filip ha avuto intuito a volerlo nel proprio “gregge” di pecorelle di razza? Boh!, “Io spero che me la cavo”

LUCA OCCELLI

Chierichetto

Luca Occelli nasce a Cuneo nel 1971.

Dopo aver frequentato L’Accademia Teatrale “G. Toselli” di Cuneo, diretta da Chiara Giordanengo e Michele Viale, frequenta la Scuola del Teatro Stabile di Torino, diretta da Luca Ronconi, diplomandosi 1995.

Lavora in seguito, in veste d’attore, con le seguenti compagnie teatrali: “Il Gruppo della Rocca”(Torino), “Teatro Garybaldi-Settimo” (collaborazione), “Teatro Popolare di Roma”, “Compagnia del Teatro Alfieri” (Torino), “Academia Montis Regalis” (Mondovì-CN), “Assemblea Teatro”(Torino), Compagnia “Santibriganti” (Torino).

Ha Collaborato inoltre con la “Compagnia Teatro della Gramigna”(Cuneo), con il musicista Franco Olivero (“Quadri” da “La malora”di Beppe Fenoglio- 2006/”Ma il mio amore è Paco” da “Un giorno di fuoco-racconti del parentado” di Beppe Fenoglio,- Grinzanefest 2008/Università Lyon 3- 2010), con il musicista-drammaturgo Orlando Manfredi (“Un posto per volare- opera lieve per Tenco e Pavese” – Compagnia Santibriganti- Torino; PaveseFest 2009), e con l’arpista Valentina Meinero (“1975”- Appunti e Frammenti- da “Petrolio”/”Lettere luterane” di P.P. Pasolini- Scrittori in città 2010 – Cuneo).

CLAUDIO DADONE

Chitarre

La mia storia musicale ha dei connotati un po’ particolari, costellata com’è di piccoli episodi, spesso fortuiti, occasionali, proprio come capita a chi nella vita, per sostenersi, fa un altro mestiere.

Non ho un curriculum di studi classici o quant’altro. Sono un autodidatta e questo mi dispiace; comprendo oggi il significato di una frase che ho suonato tante volte: “il maestro è nell’anima e dentro all’anima per sempre resterà”; è come se, di tanto in tanto, mi mancasse un interlocutore. Ma è andata così. 

Il primo disco, in compagnia di Renzo Marino e Salvatore Settis, fu il 33 giri di Stefano Testa, “Una vita una balena bianca ed altre cose”, pensato con giovanile entusiasmo in quel di Porretta Terme e di lì il successivo primo contatto con il vero mondo discografico nell’indimenticabile figura di Giampiero Simontacchi, titolare della Disco Più di Milano. Nacque un accordo per due 33 giri del nostro trio acustico, Portici. Tanta emozione, grande soddisfazione, il privilegio di serate ben organizzate, passaggi radio nazionali, articoli di giornale; insomma un’occasione inebriante di veder su vinile la propria musica; oggi fa meno effetto, è tutto più automatico ed autoprodotto. Ai tempi le cose andavano molto diversamente; per registrare ci voleva uno studio e per avere una distribuzione era necessario un contratto. Poi i Portici si sciolsero e passarono anni di silenzio sino al 2009: Sharon Stone, non si sa come, usò due brani di quei dischi come colonna sonora per un lungometraggi sulla pace di sua produzione;noi siamo sulle scene-intervista del Dalay Lama. Cose d’oltre oceano! 

Qualche tempo dopo l’esperienza Portici, viaggiando in auto verso il meridione acquistai in autostrada, ecco un esempio del fortuito, la cassetta “I grandi successi dell’RCA”; rimasi colpito da un brano di Paolo Conte, Onda su Onda. Tornato a casa ne parlai con Mario Cavatore; mi disse di essere amico dell’avvocato di Asti, a cui telefonai pochi giorni dopo, per complimentarmi; venni inaspettatamente invitato a pranzo, con l’obbligo di chitarra. Finì che nel pomeriggio ero già alle prese con una prima lettura di Via con me; Paolo mi arruolò e di lì iniziò la stagione contiana che, sotto la guida illuminante di Lilli Greco, regalò a me e a Renzo tre grandissimi momenti, Paris Milonga, Parole d’amore scritte a macchina e 900. 

Nel frattempo qualche lavoro in studio, quasi sempre con Lilli; ricordo un inverno a Roma, durante il servizio militare; registrammo in tre “Premiatissima 94”: ogni settimana 10 nuove canzoni italiane appartenenti a decenni sempre successivi; grandi interpreti, molta curiosità. 

Nel 1997 rividi in treno, manco a farlo apposta, un caro amico fresco di contratto discografico francese, il nostro ben noto Gianmaria Testa; iniziammo una collaborazione che dura ancora oggi, sostanzialmente un articolato lavoro di pre-produzione sui suoi nuovi brani che di solito esita nella stesura di arrangiamenti definitivi o nel disegno di linee di orientamento, sempre utili in fase realizzativa; è così che mi sono trovato a suonare nei suoi progetti più importanti, ExtraMuros, Lampo, Altre Latitudini, Da questa parte del mare, Vitamia; una grande soddisfazione. 

E poi qua e là altre collaborazioni; la più curiosa ed inattesa quella con Philippe Val, noto intellettuale francese; venni coinvolto in un cd a cui ancor oggi mi diverte pensare; l’ho recentemente incontrato a Parigi, direttore di Radio France, in una diretta di presentazione dell’ultimo lavoro di Gianmaria; che piacere! 

Come progetto parallelo di questi ultimi anni direi che il Trio ParaGuai ha fatto la parte del leone; Pippo Bessone, Leo Martina e il sottoscritto. Una lunga stagione insieme, un cd di brani originali, molta inaspettata RAI e numerose soddisfazioni personali. Luci ed ombre su un progetto che mi è piaciuto tanto ma che non è proseguito, e non per causa mia. Che peccato! Adesso ho superato e confido in Pippo; lui ha la responsabilità del mio benessere, che non è poco, almeno per me. In alto i cuori! 

  Dado

ENRICO DADONE

Percussioni

Vivendo in una famiglia di musicisti e/o musicofili, il mio contatto con la musica è avvenuto ben prima di poter prendere uno strumento in mano. mio  padre claudio ha sempre suonato la chitarra, e per un periodo della sua vita lo ha  anche fatto di professione (chitarrista di paolo conte per un decennio).

Fin da bambino  la mia educazione musicale è stata molto varia, passando da  eric clapton agli steely dan,  da duke ellington ai beatles e ai  rolling stones, dal rock al blues, dal funky al jazz, dalla  classica al pop. 

Incuriosito dagli strumenti musicali presenti  in casa, non appena raggiunta una stazza che mi  permettesse di reggere uno strumento, ho deciso di iniziare  a suonare. ho iniziato a cinque anni con il basso elettrico, che ho studiato per tre anni con roberto chiriaco al laboratorio musicale ”girotondo”.

ma la sacrosanta necessità, in quanto bambino, di fare più rumore possibile mi ha spinto a cambiare strumento, passando alla batteria. dagli otto anni fino ai diciannove ho studiato con edoardo bellotti sempre al ”girotondo”, specializzandomi in funky e jazz. nel frattempo ho iniziato a suonare in alcuni gruppi della zona, dei quali sottolineo i ”saint rock straight chestnut”, con i quali ho suonato funky su molti palchi in zona, tra cui piazza virginio e nuvolari libera tribù. tra i diciassette e i diciotto ho iniziato a suonare con i crazy power flowers, già ai tempi piuttosto noti in cuneo. con loro, nell’arco di un anno e mezzo, ho esplorato sonorità che non mi appartenevano: quelle del reggae. la mia esperienza live è cresciuta molto, visti anche i numerosi palchi sui quali mi sono esibito con loro: collisioni (barolo),sant’Anna, nuvolari libera tribù (3 volte), piazza virginio, festa del pastis (aisone) e molti altri. sempre con loro ho avuto la mia prima esperienza in studio, registrando il nostro primo disco ”per sfidare il limite”. 

dall’inizio di quest’anno sono entrato a far parte della formazione musicale di Jino Touche, contrabbassista e stretto collaboratore di paolo conte da oltre un ventennio: la sua musica si ispira alla tradizione creola/mauriziana, da cui lui proviene

EDOARDO DADONE

Basso

GIORGIO VACCHETTA

Tastiera e Fiati

Luca Occelli nasce a Cuneo nel 1971.

Dopo aver frequentato L’Accademia Teatrale “G. Toselli” di Cuneo, diretta da Chiara Giordanengo e Michele Viale, frequenta la Scuola del Teatro Stabile di Torino, diretta da Luca Ronconi, diplomandosi 1995.

Lavora in seguito, in veste d’attore, con le seguenti compagnie teatrali: “Il Gruppo della Rocca”(Torino), “Teatro Garybaldi-Settimo” (collaborazione), “Teatro Popolare di Roma”, “Compagnia del Teatro Alfieri” (Torino), “Academia Montis Regalis” (Mondovì-CN), “Assemblea Teatro”(Torino), Compagnia “Santibriganti” (Torino).

Ha Collaborato inoltre con la “Compagnia Teatro della Gramigna”(Cuneo), con il musicista Franco Olivero (“Quadri” da “La malora”di Beppe Fenoglio- 2006/”Ma il mio amore è Paco” da “Un giorno di fuoco-racconti del parentado” di Beppe Fenoglio,- Grinzanefest 2008/Università Lyon 3- 2010), con il musicista-drammaturgo Orlando Manfredi (“Un posto per volare- opera lieve per Tenco e Pavese” – Compagnia Santibriganti- Torino; PaveseFest 2009), e con l’arpista Valentina Meinero (“1975”- Appunti e Frammenti- da “Petrolio”/”Lettere luterane” di P.P. Pasolini- Scrittori in città 2010 – Cuneo).

DANIELE TRUCCO

Tastiera

Scrivo queste brevi note dopo aver letto il curriculum del dott. Dadone. Quello che a lui è mancato è un maestro: il mio si chiamava Nino Aimone. Un maestro raramente si incontra in una vita e non è assolutamente detto che debba essere più bravo del suo allievo: ciò che gli si richiede è il carisma della trasmissione di ciò che lui ritiene bello. Nino, con me, ha avuto questa capacità ed è per questo che oggi mi ritrovo qui a suonare.

Tutto il resto – il diploma in pianoforte prima e in composizione qualche anno dopo – sono stati cer-tamente strumenti utili per migliorare la mia tecnica e la mia cultura personale, ma nulla più. 

La cosa curiosa però è che nella vita ho ascoltato molta più musica di quella che sono riuscito a suo-nare, e credo che rimarrò in credito ancora per un bel po’. Per quasi vent’anni ho girato il Piemonte in lungo e in largo insieme a un eccezionale compagno di viaggio: Piercarlo Brignone, titolare della Cuneo Music Service. Alternandomi con lui dietro a un mixer, ho dato letteralmente ‘la voce’ a cen-tinaia di cantanti, gruppi musicali, attori, conferenzieri e cabarettisti provenienti da tutte le parti del mondo. È stato in questo modo che ho conosciuto Pippo (cioè Padre Filip), con il quale ho condiviso indimenticabili momenti di Langa.

Tra l’altro, sempre con Pippo (cioè sempre con Padre Filip, che al tempo però si chiamava Bellofiore: una faccenda complicata di eteronimi) sono andato in giro accompagnandolo al piano in posti incre-dibili. Il più memorabile è stato un ristorante dalle parti di Alba: tra i commensali ricordo un delirante Renato Pozzetto che si divertì al termine della nostra esecuzione a simulare l’altoparlante di una sta-zione ferroviaria (di certo prendendosi gioco di Filippo…), radunando così gli amici per la partenza. 

Devo ancora aggiungere una cosa: la doppia vita che ciascuno di noi inevitabilmente conduce mi ha portato anche a dedicarmi ad altre questioni oltre alla musica. Ecco perché molti mi conoscono nella veste di professore di lettere o di condirettore, insieme all’amico musicologo Diego Ponzo, del Cen-tro di Formazione Artistico Musicale (CFAM) di Verzuolo, una delle costole operative in cui è sud-divisa la Cooperativa Librarsi. 

A chi non piacessi come musicista può tentare ancora una via: mi si può leggere in pillole cercando i miei interventi sulle riviste Amadeus, Art e Dossier, Cuneo Provincia Granda, Musica Jazz, Slowfood, Provincia Oggi, Atrium, Maia, Letteratura & Arte. A chi non si accontenta di poco consiglio invece il mio libro Suono originario. Musica, magia e al-chimia nel Rinascimento (2003) o il romanzo Cefa (2007). 

Per saperne di più: 

Canale Youtube: https://www.youtube.com/user/danieletrucco 

CFAM: http://www.cooperativalibrarsi.com/Home_CFAM.php

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